violoncello Luigi Cavallini
Il violoncello è stato costruito da Luigi Cavallini, di cui si riconosce lo stile, la scelta del materiale il modello e soprattutto l’inconfondibile scultura del riccio. Lo stile è tipicamente toscano, con riferimenti a De Zorzi e Gragnani. Il fondo è di un modesto acero appenninico, la tavola, probabilmente di abete bianco, è composta da 6 pezzi giuntati, con venature molto diverse. I tasselli sono di abete e le controfasce di pioppo. Particolarmente degna di nota è la scultura del riccio che denota gusto e personalità.
Condizione prima del restauro.
Il violoncello ha subito danni rilevanti nel bombardamento americano del 1° maggio 1944. Obiettivo del bombardamento era lo snodo ferroviario di Porta al Prato, ma i danni furono ingenti in tutto il quartiere; circa cento vittime tra i civili e diversi gli edifici distrutti o danneggiati, tra cui il Teatro Comunale nel quale, dopo l’esplosione si sviluppò un incendio che interessò la zona del palcoscenico. Il violoncello, che si trovava nell’edificio, si salvò dall’incendio, ma subì danni gravissimi, soprattutto al piano armonico. Lo strumento era suonato all’epoca da Luigi Cavallini, nipote omonimo del liutaio.
Dopo la guerra, il violoncello fu restaurato in maniera sommaria. Le numerose crepe furono incollate in maniera scomposta, furono applicate pezze d’anima sia alla tavola che al fondo e, per nascondere le imperfezioni, si applicò uno consistente strato di vernice/patina.
Restauro e condizione attuale.
Questa situazione si è mantenuta fino al 2021 quando, a causa di un piccolo incidente ad una fascia, si è reso necessario aprire lo strumento. A quel punto l’attuale proprietario ha deciso di procedere ad un restauro approfondito: sono state riaperte, pulite e richiuse le vecchie crepe, sia della tavola che del fondo; il manico, già innestato in precedenza, è stato sostituito; è stata sostituita la catena; è stata rimossa dalla vernice gran parte della patina che la ricopriva. Sebbene non possa essere considerato in perfette condizioni a causa dei danni subiti in passato, attualmente lo strumento si può considerare solido; la rimozione della patina ha conferito maggior fascino, mostrando sia l’età (quasi 150 anni) sia le tracce della drammatica storia che ha attraversato.